La vicenda, ambientata in Bretagna presso Brest nel 1733, non troppo complicata, è tipica dell’opera comica e le formule musicali talvolta non rispettano molto l’esilità del libretto. Ma nel complesso è da considerarsi un lavoro ben riuscito, nonostante tutti gli impicci e le opposizioni che all’epoca attanagliarono Giuseppe Verdi.
Atto I
Nel castello del decaduto barone di Kelbar (basso buffo) si fanno due sposalizi: quello di sua figlia Giulietta (mezzosoprano) col tesoriere Della Rocca (basso buffo) e quello della marchesa Del Poggio (soprano) col conte Ivrea (tenore). Ospite di Kelbar è il re di Polonia, Stanislao alias il cavalier Belfiore (baritono), già fidanzato della marchesa, che si è prestato alla finzione per consentire al vero monarca di combattere i suoi nemici in incognito. Frattanto Edoardo (tenore), nipote spiantato del tesoriere e amante di Giulietta, è disperato e vuole arruolarsi sotto Stanislao.
Atto II

Edoardo confida ai servitori la sua tristezza. Il finto Stanislao concretizza l’offerta al tesoriere, che ha col barone un secondo litigio buffonesco. In separata sede, la marchesa Del Poggio e il sedicente re si affrontano in una serie di schermaglie. La donna pensa di riconoscere l’antico amante, ma Belfiore insiste nella finzione. Viene annunciato il conte Ivrea e l’imminente matrimonio della marchesa, mentre Edoardo si dispera con Giulietta perché, se anche lo zio rinunciasse a lei, egli dovrebbe arruolarsi comunque col re.