terzo post, terzo pensiero.

Il Re Rosso è un essere che esiste nei numerosi universi paralleli che fanno capo alla Torre Nera (detti per questo motivo Livelli della Torre). Descritto come potentissimo, malvagio e immortale, il personaggio è anche conosciuto con altri nomi, principalmente come Los’ presso i suoi luogotenenti[senza fonte]., e Ram Abbalah, nel romanzo La casa del buio. Secondo il suo più importante consigliere, Rando Thoughtful,[senza fonte] il Re Rosso sarebbe un aspetto malato, o addirittura un frammento, di Gan, la divinità onnipotente menzionata in La Torre Nera.

Nella saga La Torre Nera, il Re Rosso si rivela come nemico principale solo a partire da La sfera del buio, il quarto romanzo della serie, quando il protagonista Roland di Gilead scopre che altri antagonisti, quali ad esempio Randall Flagg, sono suoi servitori, che lui manovra agendo dietro le quinte.

Le sue macchinazioni mirano a distruggere la Torre Nera, che è il “perno” intorno al quale gravita l’intero multiverso fantastico creato da Stephen King (il quale, oltre ad essere l’autore, è anche un personaggio del romanzo che può interagire con la storia). Se la Torre crollasse, tutti i mondi paralleli sarebbero distrutti e il Re Rosso potrebbe ricostruire e governare l’intero universo (sempre che sia capace di sopravvivere a tale evento, dato che la fine della Torre comporterebbe – secondo la cosmologia della serie – anche la distruzione del nostro mondo e quindi anche di Stephen King stesso).

Per attuare il suo piano, rapisce un gruppo di persone dotate di poteri psichici, le raduna in un luogo chiamato Algul Siento e le costringe a lavorare per lui. Essi sono detti Frangitori (breaker) in quanto hanno il compito – a loro insaputa – di infrangere i Vettori (Beam), le linee di energia magicotecnologiche che danno vita alla Torre Nera. Il piano tuttavia non ha successo grazie all’intervento di Roland e dei suoi amici, che nell’ultimo romanzo, intitolato La Torre Nera come la serie, liberano i frangitori.

Come vero e proprio personaggio il Re Rosso si palesa soltanto alla fine del romanzo La Torre Nera: ha le sembianze di un vecchio pazzo dagli occhi rossi, e sembra aver perso gran parte dei suoi poteri. Un tempo governava un castello, presso una località detta Rombo di Tuono (Thunderclap), ormai in rovina. Nel tentativo di entrare nella Torre Nera, vi è rimasto imprigionato senza possibilità di fuga, ed è proprio da un balcone della Torre che affronta Roland di Gilead nello scontro finale.

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Nel fumetto La nascita del pistolero, edito da Marvel Comics, si trova per la prima volta una rappresentazione visuale del Re Rosso, un ibrido tra uomo e ragno. Possiede sei delle tredici sfere magiche note come Iride del Mago, tra le quali la Tredici Nera, la più potente e malvagia (che ha un ruolo molto importante nella serie La Torre Nera), grazie alla quale comunica con il proprio servo Marten Broadcloak e insieme tramano per provocare la caduta di Gilead.

Nel romanzo La canzone di Susannah, il sesto della saga La Torre Nera, vi è una scena in cui Susannah (che fa parte del gruppo degli alleati di Roland di Gilead) viene catturata dai servi semi-umani del Re Rosso e condotta in uno strano ristorante di New York, il Dixie Pig. Qui vede le creature mostruose nutrirsi di carne umana: nella stanza nota un arazzo che raffigura Arthur Eld (antenato di Roland, descritto dal pistolero stesso come una figura buona, chiaramente ispirato a Re Artù) ritratto durante analoghi atti di cannibalismo. Questo e altri dettagli hanno portato alcuni lettori a chiedersi se Arthur Eld e il Re Rosso non siano la stessa persona.[1] In realtà, in un racconto in prosa allegato al secondo albo de La nascita del pistolero (non incluso però nel volume riassuntivo edito da Sperling & Kupfer) si scopre che il Re Rosso non è Arthur Eld, ma il suo figlio illegittimo: nel racconto è chiamato Abbalah ed è concepito da una creatura mostruosa in forma di ragno (chiamata Regina Rossa), che seduce Arthur Eld con l’inganno grazie al potere dell’Iride del Mago. Roland ed il Re Rosso sono dunque lontani parenti, in quanto entrambi discendenti di Eld, ed infatti è proprio il sangue del pistolero a contribuire alla sconfitta del Re alla fine de La Torre Nera.

La seconda opera ha un significato particolare

La vicenda, ambientata in Bretagna presso Brest nel 1733, non troppo complicata, è tipica dell’opera comica e le formule musicali talvolta non rispettano molto l’esilità del libretto. Ma nel complesso è da considerarsi un lavoro ben riuscito, nonostante tutti gli impicci e le opposizioni che all’epoca attanagliarono Giuseppe Verdi.

Atto I

Nel castello del decaduto barone di Kelbar (basso buffo) si fanno due sposalizi: quello di sua figlia Giulietta (mezzosoprano) col tesoriere Della Rocca (basso buffo) e quello della marchesa Del Poggio (soprano) col conte Ivrea (tenore). Ospite di Kelbar è il re di Polonia, Stanislao alias il cavalier Belfiore (baritono), già fidanzato della marchesa, che si è prestato alla finzione per consentire al vero monarca di combattere i suoi nemici in incognito. Frattanto Edoardo (tenore), nipote spiantato del tesoriere e amante di Giulietta, è disperato e vuole arruolarsi sotto Stanislao.

Atto II

descrizione1

Edoardo confida ai servitori la sua tristezza. Il finto Stanislao concretizza l’offerta al tesoriere, che ha col barone un secondo litigio buffonesco. In separata sede, la marchesa Del Poggio e il sedicente re si affrontano in una serie di schermaglie. La donna pensa di riconoscere l’antico amante, ma Belfiore insiste nella finzione. Viene annunciato il conte Ivrea e l’imminente matrimonio della marchesa, mentre Edoardo si dispera con Giulietta perché, se anche lo zio rinunciasse a lei, egli dovrebbe arruolarsi comunque col re.

parliamo della prima opera

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